Hai mai fatto un elettrocardiogramma?
L’elettrocardiogramma (ECG) è la registrazione grafica dell’attività elettrica del cuore durante il suo funzionamento, raccolta per mezzo di elettrodi. È un esame non invasivo che si fa in pochi minuti.
Cosa registra l’ECG?
Le variazioni che si verificano durante la contrazione cardiaca (sistole) e di rilasciamento (diastole) degli atri e dei ventricoli durante il suo funzionamento. Tale registrazione avviene per mezzo degli elettrodi che vengono posizionati sopra la superficie del corpo. Introdotto nel 1903 da Willem Einthoven, fisiologo olandese che per questa sua invenzione si meritò il Premio Nobel, l’ECG costituisce ancora oggi il metodo diagnostico per eccellenza di tutte le aritmie. Grazie alle informazioni che si hanno con l’elettrocardiogramma, è possibile rilevare la presenza di disturbi del ritmo cardiaco o della propagazione dell’impulso elettrico, che provoca la depolarizzazione delle fibre muscolari (alterazioni della conduzione) e di alterazioni miocardiche conseguenti a sofferenza ischemica (coronaropatie). È importantissimo monitorare l’attività elettrica della “pompa” del nostro organismo, un muscolo vitale che può “perdere” colpi con l’età o a causa di fattori eterogenei quali infezioni, familiarità, stress eccessivo, obesità, ipercolesterolemia, malattie croniche di tipo infiammatorio e autoimmune (come artrite o lupus), per fumo o alcol, diabete, ecc.
Quando l’ECG è fondamentale per rilevare anomalie?
L’elettrocardiogramma è un esame semplice ma fondamentale per rilevare la presenza di anomalie, e la novità è che ora lo puoi fare anche in farmacia, su prenotazione. Con l’ECG si possono riconoscere una serie di anomalie cardiache, quali:
– angina pectoris; – aritmie; – cardiopatia ischemica nelle sue varie forme cliniche; – disturbi di conduzione; – infarto miocardico; – malattie delle valvole cardiache; – scompenso cardiaco.
Inoltre, l’elettrocardiogramma può essere utilizzato per valutare lo stato del muscolo cardiaco, in caso, per esempio, di malattia arteriosclerotica o nell’ipertensione arteriosa o per mettere in luce piccoli disturbi metabolici come squilibri elettrolitici.
Quando è giusto fare un controllo al cuore?
Una buona prevenzione consiglia di sottoporsi a una visita cardiologica e a un elettrocardiogramma dopo i 45 anni d’età. Intorno ai cinquant’anni sarebbe bene fare qualche indagine in più, a partire dall’elettrocardiogramma per valutare l’attività cardiaca, associando l’ECG a un’ecografia delle carotidi: si tratta di un test non invasivo, che rivela informazioni sullo stato delle arterie e l’eventuale presenza di placche aterosclerotiche, responsabili di una maggiore probabilità di ischemia. È consigliabile eventualmente effettuare anche il test da sforzo, cioè l’elettrocardiogramma eseguito mentre si pedala su una cyclette o si cammina/corre su un tapis roulant.
Come ci si prepara a un elettrocardiogramma e come si fa?
L’ECG è indolore e non necessita di alcuna preparazione specifica. Al paziente vengono applicati dei piccoli elettrodi, ovvero delle placchette di metallo che fungono da conduttori degli impulsi elettrici, su torace, gambe e braccia. Gli elettrodi sono collegati tramite fili a uno strumento che traccia su un grafico l’attività elettrica del cuore per alcuni minuti. Sarà sufficiente presentarsi senza creme o oli sulla pelle, e in una ventina di minuti l’esame sarà terminato. Il referto dell’ECG è redatto da uno specialista cardiologo, ma è sempre bene che venga sottoposto all’attenzione del medico di base che, se riterrà opportuno, prescriverà una visita cardiologica e uno screening approfondito.
La prevenzione è anche informazione
Uno degli aspetti della vera prevenzione, oltre a uno stile di vita sano, è anche l’informazione, ovvero saper riconoscere quali sono i sintomi di un infarto. Ancora oggi circa un paziente su tre colpito da infarto muore prima di arrivare in Pronto Soccorso perché la manifestazione del problema cardiaco prende il paziente stesso e chi gli sta intorno all’improvviso. Solitamente nei giorni precedenti l’infarto qualche avvisaglia si verifica, ma molto spesso non viene letta nel modo adeguato dalla persona, che tende a scambiare tali dolori o fastidi per stress, problemi reumatici o gastrici: rivolgersi al medico in tempo e pensare che abbiamo un cuore che è la pompa vitale del nostro organismo, ci potrebbe aiutare a intervenire tempestivamente. Quando un dolore toracico si manifesta in maniera persistente, che significa per almeno 15-20 minuti, ed è bruciante, penetrante, avvertito come se avessimo una morsa o un peso sullo stomaco, anche se poi passa, è bene non prenderlo sottogamba e farsi visitare al più presto. Potrebbe essere il segnale di un infarto.
Come prenotare un ECG ?
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