Calze elastiche a compressione graduata: cosa sono?
Le calze elastiche a compressione graduata sono indumenti per gli arti inferiori caratterizzati da una maglia elastica che esercita una compressione sulla gamba.
Questi indumenti sono studiati per esercitare una compressione non uniforme in diversi punti (ed è il motivo per cui la compressione si dice, appunto, “graduata”).
La pressione viene esercitata in modo decrescente dal basso verso l’alto, ossia dalla caviglia (punto in cui la compressione è più forte) alla coscia (punto in cui la compressione è più lieve).
In commercio esistono tre diversi tipi di prodotto che spesso vengono confusi sotto quest’unico nome. Esistono infatti:
Calze a compressione graduata per uso medicale e terapeutico.
Calze elastiche preventive, utili per il tempo libero e il lavoro (anche se spesso vengono dette “calze da riposo”)
Calze a compressione graduata: a cosa servono?
Il principio alla base di queste tre diverse tipologie di prodotto è il medesimo: quello della “compressione graduata”.
Secondo approfonditi studi di emo-dinamica, le calze a compressione graduata aiutano il corretto flusso sanguigno nel percorso di risalita dalle gambe verso il cuore. Il beneficio di questo micromassaggio aiuta a prevenire il ristagno di liquidi, le vene varicose e favorisce l’ossigenazione muscolare.
Il compito di queste calze particolari è infatti quello di stimolare e favorire la circolazione venosa del sangue dalle gambe verso il cuore, evitando così l’insorgere di problemi legati alla “insufficienza venosa” quali, appunto, infiammazioni delle vene, vene varicose e patologie simili.
Per garantire una maggiore fluidità al sangue la compressione deve essere infatti “graduata”: quella esercitata dal collant sulle pareti dei vasi deve essere decrescente dal basso verso l’alto (in pratica: sul piede e sulla caviglia dobbiamo comprimere maggiormente rispetto al ginocchio per facilitare la risalita del sangue).
Ovviamente ad ogni stadio patologico deve corrispondere una adeguata compressione, quindi è fondamentale conoscere le tipologie dei diversi prodotti per capire l’effettiva esigenza di ogni persona.
È importante ricordare che non si tratta semplicemente di “calze strette” o particolarmente “attillate”: si tratta di veri e propri presidi medici studiati e progettati con attenzione per prevenire o curare, attraverso il diverso grado di compressione esercitata sulle pareti delle vene, possibili patologie delle gambe in grado di svilupparsi in modo del tutto naturale.
Classi di compressione
A seconda del grado di compressione massima esercitata (in corrispondenza del tallone), è possibile suddividere le calze in classi di compressione.
Lo standard di riferimento internazionale RAL GZ 387 prevede la seguente suddivisione:
Calze elastiche e cellulite
Una buona irrorazione sanguigna garantisce un adeguato supporto nutritizio per i tessuti circostanti; se questa viene a mancare, il sangue tende sempre più a ristagnare nei capillari presenti nel tessuto adiposo, diminuendo le funzioni nutritizie.
Questo processo favorisce una lenta ma inesorabile degenerazione del tessuto adiposo che si trasforma in cellulite.
Purtroppo abbiamo perso l’abitudine di far funzionare tutti quei meccanismi che permettono una normale evoluzione fisiologica per superare questo problema. La causa principale è data dalla natura delle nostre professioni, che ci costringono a rimanere per ore restando in piedi o, al contrario, costretti su una sedia per un’intera giornata.
Ecco quindi l’esigenza di un calza elastica preventiva come il “collant riposante”, capace di contenere e quindi favorire una certa elasticità per il flusso venoso. Questa struttura, infatti, garantisce un continuo micromassaggio anche con lievi movimenti degli arti, favorendo perciò un drenaggio linfatico e sanguigno costante ottenendo quindi uno scambio gassoso più efficace a livello tessutale ridando tonicità e leggerezza alle gambe.
L’aspetto “preventivo” non è da sottovalutare quindi anche in persone giovani, esenti da qualsiasi forma patologica. In questi casi l’uso di calze riposanti crea un effetto stimolante finalizzato a protezione e benessere.
Calze a compressione graduata per uso medicale e terapeutico
1. Tipologie e modi d’uso delle calze medicali
In questa categoria rientrano:
Le calze antiembolismo: per la profilassi della trombo embolia (vengono chiamate infatti “antiembolismo”, “antiembolo”, “anti-trombosi” o più comunemente “calze antitrombo”);
Le calze terapeutiche: indicate nelle più importanti patologie venose (disponibili in Classe I, Classe II, punta aperta e punta chiusa);
Le calze antiulcera: l’ulcera è una lacerazione dell’epidermide della parte inferiore delle gambe, che sorge quale conseguenza di una fase particolarmente acuta di patologie venose croniche che interessano gli arti inferiori. A differenza delle precedenti, le calze antiulcera hanno comunemente la forma di gambaletto e sono indossate in coppia contemporaneamente una sull’altra (si parla infatti di “kit”).
Medici e, in particolar modo, chirurghi prescrivono spesso il loro utilizzo prima, dopo o addirittura durante gli interventi chirurgici.
Grazie al principio della compressione graduata, questi indumenti aiutano a prevenire l’aumento della viscosità del sangue e la formazione di trombi.
A seconda delle necessità, sono caratterizzati da diverse lunghezze e possono quindi trovarsi nelle varianti di:
- Gambaletto (che si estende dalla punta del piede a fin sotto il ginocchio),
- Calza (che si estende dalla punta del piede a fin sopra il ginocchio), - Monocollant (che si estende dalla punta del piede a fin sopra il ginocchio ed è dotato di una cintura regolabile).
Calze riposanti per il tempo libero e il lavoro
Le calze “riposanti” o “preventive” sono indumenti caratterizzati da un grado di compressione minore rispetto a agli omologhi usati in ambito ospedialiero e sportivo. Questo perché sono state progettate per essere indossate per lunghi periodi ed offrire una sensazione di comfort prolungata nel tempo.
Sono particolarmente adatte come dispositivo per il recupero della fatica dopo attività sportive, ma anche – e soprattutto – negli ambienti di lavoro in cui viene richiesto di stare in piedi per molto tempo: commesse, cassiere, parrucchiere, infermiere, cuochi, camerieri e addetti alle catene di montaggio sono solo alcune tra le tantissime professioni che prevedono lunghi periodi in piedi.
Un recente studio pubblicato sullo “Scandinavian Journal of Work, Environment & Health” dal titolo “Standing at work and varicose veins” riporta che tali patologie includono in primo luogo le vene varicose dovute ad insufficienza venosa – una tra le prime dieci cause di ricovero in Danimarca.